La storia dei tacchi

 A differenza di quello che possiamo pensare, le scarpe con il tacco nacquero per essere utilizzate dagli uomini. Già nell'Antico Egitto questi erano usati  nei rituali e cerimonie religiose e per evitare che si sporcassero i piedi con il sangue delle macellerie e nella Mongolia i cavalieri li indossavano per riuscire a tenere i piedi nelle staffe. Erano utilizzati anche nell'Antica Grecia durante gli spettacoli teatrali ed erano  simili a stivaletti realizzati con strisce di cuoio intrecciate e rialzate con una sorta di zeppa fatta di sughero o legno. Solo nel quindicesimo secolo, a Venezia, le donne inizieranno ad indossare i tacchi che venivano chiamati "chopine". Questo modello di scarpa arrivava a raggiungere un'altezza anche di mezzo metro ed era stata  pensata per proteggere i piedi e vestiti da fango e sporcizia. La figura che darà il via alla moda vera e propria dei tacchi sarà Caterina De Medici nel 1533 quando verrà data in sposa al Duca d' Orleans facendo realizzare una scarpa con un tacco di 7 cm per essere più slanciata rispetto all'amante di suo marito, Diane De Poitiers. Dopo Caterina, i tacchi continueranno ad essere utilizzati anche dagli uomini anche nel 1700 quando in Francia era al potere il Re Sole che possedeva dei tacchi dove c'erano rappresentazioni in miniatura di scene di guerra. In questo periodo, queste calzature rappresentavano anche lo status sociale di cui si faceva parte e questo lo si capiva dalla lunghezza del tacco. Durante il periodo in cui governò Napoleone, queste scarpe vennero bandite perché ostacolavano il concetto di uguaglianza fra cittadini ma tra 800-900 ripresero il primato grazie anche alla nascita della macchina per cucire. Nel 1954 Roger Vivier inventò, per la maison Dior lo stiletto, il cui nome richiama proprio l'omonimo pugnale per via della sua forma, facendo la storia della moda. Spero che questo articolo vi sia piaciuto, a presto. 💓

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