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Oggi
ho deciso di parlare dell’ideale di bellezza femminile nel Medioevo. L’idea
di bellezza in questa epoca era davvero particolare, le donne erano considerate
in base a due fattori: la donna doveva avere una figura esile, gambe allungate,
seno piccolo stretto in delle fasce e ventre messo in evidenza grazie
all’utilizzo di imbottiture sotto le vesti. Il viso perfetto era considerato
quello ovale con una fronte alta, bocca piccola, occhi azzurri ed una pelle
candida come un giglio. Per
avere questo tipo di pelle la donna medievale la detergeva con l’acqua di rose,
miele, aceto e polvere di piombo che a lungo andare rovinava il viso portando spesso
a una morte prematura causata da intossicazione. Da questo possiamo capire che
l’igiene fosse molto importante, non veniva utilizzata acqua poiché si aveva
paura che questa diffondesse malattie. Una volta a settimana ci si lavava il
torso anche se in generale si lavano mani e viso solo dopo essersi vestiti. Per
curare l’acne si utilizzava la tecnica del “peeling” con l’utilizzo di cipolle.
Le donne più ricche, in occasione di eventi importanti si facevano tingere il
viso da pittori con colori ad olio. Le sopracciglia venivano rasate e ridisegnate con un tratto
nero, alcune mettevano un composto argilloso di colore verde o blu per
allungare lo sguardo. Per quanto
riguarda i capelli si preferivano delle chiome bionde lunghissime trattate
con uno shampoo a base di zolfo e miele. Si vocifera che le donne con capelli
scuri tagliassero ai loro paggetti i capelli per utilizzarli per camuffare il
loro vero colore. Queste sarebbero le attuali extension dette “posticci”. Un
altro metodo per schiarirli era quello di tingere i capelli con una tintura
ottenuta dalla corteccia di sambuco, fiori di ginestra, zafferano e tuorlo d’uovo.
Un ulteriore scelta era quella di utilizzare un preparato di api incenerite e
mescolarle ad olio e latte ti capra. Per quanto riguarda le acconciature,
spesso le donne lasciavano i capelli sciolti ma, in caso contrario
veniva fatta una pettinatura detta “a cono”. Un’acconciatura più complessa era
quella “a farfalla” che consisteva in una struttura in filo di ferro colorato
coperto da un velo. Inizialmente, sulla questione “capelli” la Chiesa impose la
sua influenza facendo indossare veli e cuffie per nasconderli ma nei secoli
successivi le chiome che arrivavano fino alle ginocchia vennero adornate da
metalli e pietre preziose. Le donne medievali ricorrevano anche alla
depilazione con l’utilizzo di un impasto composto da arsenico e calce viva oppure si utilizzavano
aghi roventi che bruciavano il pelo proprio all’origine. Per quanto riguarda l’abbigliamento,
le donne aristocratiche tendevano ad utilizzare colori accesi per farsi notare,
con una profonda scollatura poiché a quei tempi non era considerato seducente
un seno prosperoso ma la visione del piede, in particolare del polpaccio. Le
stoffe più utilizzate erano lino, canapa, seta, damaschi e broccati in tinta
unita o mescolati a disegni e fronde, con pois e righe. Le donne vestivano con
una tunica che poteva essere normale o composta. Per completare la tunica
veniva messa una cintura ampia di cuoio, seta o lino. Veniva fatto un primo
giro all’altezza della vita, un nodo sui reni, poi un secondo giro all’altezza
dei fianchi, un nuovo nodo all’altezza del bacino e poi si lasciavano cadere le
estremità in due parti uguali fino a terra. Spero che questo nuovo articolo vi
sia piaciuto, a presto. 💓
Commenti
Molto interessante anche quest'articolo, anche di grande attualità.,.😄
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